sabato 10 novembre 2012

Il primo esempio di programmazione televisiva interattiva: Willy Dink


di Cristina La Marca


La storia della televisione degli ultimi decenni racconta anche di come la ricerca dell’interattività, seppur in molti casi a livello embrionale, sia una componente dello sperimentalismo televisivo ben prima dell’avvento della digitalizzazione. La televisione interattiva ha infatti fatto capolino già dagli anni Cinquanta con embrionali manifestazioni di situazioni antesignane rispetto al paradigma attualissimo della fruizione non-lineare e interattiva e dell’elemento del coinvolgimento da parte degli utenti.

Si parla di programmazione interattiva qaundo nel contesto della fruizione di un programma o di una pubblicità si colloca una situazione di scambio fra broadcaster e telespettatore. Il primissimo esempio di programmazione interattiva che la storia televisiva ricordi è un programma per l’infanzia dell’emittente statunitense CBS dal titolo Winky Dink and You (1953).

Per “interagire” con Winky e il suo cucciolo Woofer era necessario munirsi dell’apposito kit composto da un foglio di plastica trasparente da appoggiare allo schermo e dei pennarelli colorati: le storie del cartoon prevedevano snodi narrativi in cui per la risoluzione delle difficoltà del personaggio era richiesto ai bambini di completare la scena disegnando gli oggetti funzionali mancanti (un ponte, una fune, una scala, un ombrello ecc.).

 Il desiderio di interazione con la programmazione della TV analogica, nella lunghissima epoca del duopolio (condizione spiccatamente italiana), si sarebbe poi avvalso di tutti gli espedienti possibili di coinvolgimento dei telespettatori: i metodi di call-to-action, dalla telefonata al play-along29, alla e-mail e ad Internet30, hanno risposto all’evolversi della necessità della produzione televisiva di consentire la sincronicità con la diretta televisiva, in una programmazione tutta incentrata sulla ricerca di contatto ininterrotto con il pubblico, che non passa più attraverso i singoli programmi, ma dalla fedeltà alla rete e ai suoi conduttori


Le influenze del web sulla tv attraverso lo schermo


di Cristina La Marca


Lo schermo televisivo classico resta, come nel cinema, una finestra che permette l’accesso a un mondo connotato figurativamente nei termini del realismo fotografico, cioè del massimo grado possibile. Questo spazio tridimensionale soggetto all’esplorazione ottica è sempre più in tensione con la planarità bidimensionale che la grafica vi introduce.

Se la grafica non è certamente il portato esclusivo dell’influenza dei nuovi media sulla televisione, tuttavia è pur certo che le sempre più sofisticate elaborazioni grafiche presenti sui siti Web hanno contribuito in maniera preponderante a stabilire uno stile visivo che tende a omogeneizzare i due media In primo luogo, si assiste a un impiego diffuso della trasparenza: il modello del desktop e della pagina Web usa come sfondo l’immagine ottica della ripresa televisiva, rispetto a le applicazioni che “convocano” lo spettatore a navigare attivamente i contenuti fanno ampio ricorso a widgets sovrimpressi, distinguibili in “principali” e “secondari” mediante l’ampio ricorso alle gradazioni di trasparenza.

 In secondo luogo invece il posizionamento della grafica rispetto all’immagine televisiva prevede l’uso di partizioni dello spazio secondo il modello dei portali Web: lo schermo risulta allora frazionato in più settori, uno dei quali deputato ad accogliere quello del flusso televisivo classico.
Infine, va rilevato come l’influenza della multimedialità si dimostri sulla televisione non soltanto attraverso una valorizzazione di tipo funzionale ma anche di tipo estetico: soprattutto nei casi di trasmissioni che si attengono al modello classico, il riferimento a stilemi grafici che provengono da altri media assume il ruolo primario di portare in televisione gli aspetti innovativi che caratterizzano la Rete.

MHP: i tre profili dell'interattività televisiva


di Cristina La Marca


Dalla sua prima standardizzazione, l’evoluzione di MHP ha previsto l’implementazione di tre diversi livelli di interattività crescente, chiamati rispettivamente profilo Enahanced Broadcast (ver. MHP 1.0), Interactive Tv (ver. MHP 1.0), Internet Access (ver. MHP 1.1)

Enhanced Broadcasting: é il profilo più semplice, arricchisce il servizio televisivo tradizionale con contenuti multimediali, trasmessi ciclicamente sul canale diffusivo tramite il multiplex DVB e scaricati nella memoria del ricevitore, fondando la possibilità di associare ai servizi del broadcasting audio/video digitale il download di specifiche e correlate applicazioni, realizzando così un’interattività locale senza canale di ritorno.[Tale profilo permette la fruizione di servizi di radiodiffusione avanzata per arricchire e completare i servizi televisivi di base con contenuti multimediali  come brevi audio-video per news, film, eventi sportivi, ecc]. Inoltre tale profilo permette la trasmissione di servizi di EPG, teletext avanzato e giochi, memorizzandoli nella memoria del terminale d’utente.

Interactive Broadcasting aggiunge al precedente la possibilità per l’utente di accedere a servizi on-demand e consente così il servizio di radiodiffusione interattiva tramite non solo tramite il download dal segnale captato ma anche tramite download espletato con canale di ritorno telefonico, aprendo la strada a prestazioni migliori e gran numero di applicazioni proponibili. Tale profilo permette quindi di aggiungere ai servizi del profilo Enhanced Broadcasting servizi di tipo interattivo con la possibilità per l’utente di interagire con un Centro Servizi attraverso un canale di ritorno. Sarà quindi possibile offrire servizi di tipo pay (PPV) e servizi evoluti come la pubblicità interattiva, transazioni commerciali (homebanking o T-bankink, T-commerce)

Internet Access Profile che integra le funzionalità dei primi due profili aggiungendogli le potenzialità derivanti dall’integrazione di servizi broadcast e servizi Internet. Tale profilo, con i necessari adattamenti di widget per la navigazione, web browser e client e-mail alle specificità dell’interfaccia Tv standard, offrirà la possibilità di navigare su siti web e consentirà, ad esempio, di effettuare transazioni commerciali sfruttando i protocolli di sicurezza già sviluppati per le transazioni in Internet. Questo profilo lo rende tecnicamente molto più potente delle piattaforme esistenti.

venerdì 9 novembre 2012

I vantaggi specifici dello standard MHP


di Cristina La Marca


Il middleware MHP è l'insieme delle librerie Java che formano lo standard aperto di interoperabilità tra decoder e trasmissione broadcasting in digitale. Esso consente di innestare condizioni vantaggiose per tutti le categorie di operatori coinvolti nel mercato di riferimento.

  1. per gli sviluppatori: MHP può essere utilizzato da chiunque. Le sue specifiche tecniche che descrivono quali elementi devono essere integrati nel software dei decoder, come devono essere sviluppate le applicazioni interattive, come devono essere mandate in onda (rubricate come standard ETSI TS 101 812 v.1.3.1) non sono soggette a segreto industriale
  2.  per i broadcaster: l’adozione di MHP permette la costituzione di un mercato orizzontale. Uno standard chiuso costringerebbe il broadcaster a “verticalizzare” il mercato, negoziando accordi con gli sviluppatori del Mw proprietario e con i costruttori di decoder, investendo nella produzione di set-top-box e programmandone la manutenzione e la sostituzione. Lo standard aperto elimina dal broadcaster la responsabilità di controllare la piattaforma, consentendogli di concentrarsi sulle attività core del suo business come la produzione o l’aggregazione dell’offerta di palinsesti e servizi per la competitività del proprio bouquet di canali.


Il broadcaster beneficia della certezza di distribuire i propri servizi su tutti i ricevitori costruiti secondo lo standard: egli dovrà solo controllare che le applicazioni vengano eseguite su tutti i decoder in modo conforme.


3) per i manifacturers: i costruttori di decoder non devono produrre in base alle scelte logistiche e commerciali dei broadcaster ma possono valutare autonomamente, sulla base degli studi di marketing effettuati sull’area interessata, se è economicamente remunerativo scaricare le specifiche tecniche dell’MHP e concentrare le risorse di ricerca e sviluppo per implementarle nel software dei propri decoder.

 Con la costruzione di un mercato orizzontale dei decoder, i manifacturer sono costretti a offrire una vera e propria value proposition con cui collocare i propri prodotti, essendo maggiormente spinti dalla dinamica concorrenziale a posizionarsi distintivamente presso i consumatori.