di Cristina La Marca
Lo schermo televisivo classico resta, come nel cinema, una
finestra che permette l’accesso a un mondo connotato figurativamente nei
termini del realismo fotografico, cioè del massimo grado possibile. Questo
spazio tridimensionale soggetto all’esplorazione ottica è sempre più in
tensione con la planarità bidimensionale che la grafica vi introduce.
Se la grafica non è certamente il portato esclusivo
dell’influenza dei nuovi media sulla televisione, tuttavia è pur certo che le
sempre più sofisticate elaborazioni grafiche presenti sui siti Web hanno
contribuito in maniera preponderante a stabilire uno stile visivo che tende a
omogeneizzare i due media In primo luogo, si assiste a un impiego diffuso della
trasparenza: il modello del desktop e della pagina Web usa come sfondo
l’immagine ottica della ripresa televisiva, rispetto a le applicazioni che
“convocano” lo spettatore a navigare attivamente i contenuti fanno ampio
ricorso a widgets sovrimpressi, distinguibili in “principali” e “secondari”
mediante l’ampio ricorso alle gradazioni di trasparenza.
In secondo luogo
invece il posizionamento della grafica rispetto all’immagine televisiva prevede
l’uso di partizioni dello spazio secondo il modello dei portali Web: lo schermo
risulta allora frazionato in più settori, uno dei quali deputato ad accogliere
quello del flusso televisivo classico.
Infine, va rilevato come l’influenza della multimedialità si
dimostri sulla televisione non soltanto attraverso una valorizzazione di tipo
funzionale ma anche di tipo estetico: soprattutto nei casi di trasmissioni che
si attengono al modello classico, il riferimento a stilemi grafici che
provengono da altri media assume il ruolo primario di portare in televisione
gli aspetti innovativi che caratterizzano la Rete.